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al testo di Marina Pacifici
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I tuoi occhi di giada
sinceri, ancora accarezzano i miei rimpianti e melanconici pensieri. Io, Tu, ieri…. All’ombra del susino in fiore i bei diosperi vegliavano silenti lo sbocciare del nostro Amore. Ricordi? L’antica strada, il verdeggiante orto. Il rimpianto nostalgico di noi come vedi non è ancor morto. Rammenti? Soave la nostra Barberino rifulgeva in primavera fra colori, voci e volti amati di letizia si popolava la dolce sera. Mentre nell’anima balenava del sogno d’Amore la sospirata, effimera chimera. Rivedo ancora il susino in fiore di candide gemme vestito. Il malinconico, niveo colore del nostro Amore assopito come un bimbo nel giardino della memoria. Ricordi la nostra storia? E nella solitaria mia sera che resta dei nostri giorni, della perduta primavera? Di nuovo vola il mio cuore al luogo incantato, all’agreste rifugio del nostro Amore. M’illumino del nostro primo bacio, fremente d’ ardore, fragrante di pura illusione. E nel palpito della nostalgia tutto torna vicino con struggente orma. E procediamo fianco a fianco nella ridente Barberino, nel bacio di rugiada del mattino bianco. M’inebrio del profumo dei ricordi. Mi perdo nel riverbero del nostro abbraccio ai piedi della scarlatta quercia. Mi ridesto nella musica sublime della tua voce, nel canto della roggia presso il mulino… E piango amare lacrime nel livido grigiore d’inverno nel gelo della mia solitudine. Ti rivedo sorridermi sul sentiero ombreggiato dal maestoso noce. Il bacio tuo sincero, la carezza della tua voce. Rondini esuli i miei pensieri prigionieri del dolce dedalo dei ricordi, di noi, di ieri. Teneramente ci teniamo per mano nel radioso sorriso dei poggi. E c’inoltriamo per l’antica strada verso la silente pieve, nell’incanto d’un sogno breve. A Te, Angelo mio d'autunno... |
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